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  • 18.07.2011

L'eurozona implode? Nessuna meraviglia.

“Non ci sarebbe crisi fra gli Stati se i debiti tossici delle megabanche, frutto dei loro giochi d’azzardo,  non se li fossero caricati sulle spalle le Banche Centrali del mondo. Spingendo i loro paesi a rischio di default”, scriveva il George  Washington' Blog  Seguivano citazioni da un rapporto della BIS (Bank of International Settlements, ovvero Banca dei Regolamenti Internazionali, BRI), nota come la “banca centrale delle banche centrali” in quanto coordina le transazioni fra queste banche.
 
La BRI già nel dicembre del 2008 segnalava che i pacchetti di salvataggio delle banche avevano trasferito rischi significativi sui bilanci dei governi, il che si rifletteva sul corrispondente allargamento dei CDS sovrani, i  derivati cioè che assicurano dai rischi di fallimento dei paesi (seguiva citazione BRI, vedi anche qui , mentre qui una spiegazione in italiano su cosa sono gli swaps).
 
In sostanza  - sintetizzava il W Blog - assumendo su di sé enormi porzioni di rischio dalle banche che hanno trafficato in derivati tossici e spendendo trilioni che non avevano - vale adire stampando denaro dal nulla -  le banche centrali hanno messo  i loro paesi a rischio di default.  
 
Nessuna meraviglia se Grecia, Portogallo, Irlanda, Spagna e altri paesi europei – così come Usa e Giappone – hanno serie crisi di debito.
 
Ma gli Stati non avevano davvero scelta?
 
Qui il W Blog citava un’intervista del WSJ a Anna Schwartz,  autorevole economista ancora vispissima nei suoi 92 anni, tra i pochi a ricordare bene la Crisi del ’29, autrice insieme al guru liberista Milton Friedman di un libro sulla storia monetaria dell’America. Beh, la signora Shwarz già nel 2008 diceva che quella attuale non è una crisi di liquidità (crisi del credito) come andavano proclamando i più.  E’ una crisi di insolvenza, diceva. E Bernanke, il gran capo della Fed sta combattendo l’ultima guerra, con un approccio sbagliato (così come gli altri banchieri centrali).
 
Economisti come il Nobel Paul Krugman e come James Galbraith sono d’accordo, sottolineava il WBlog citato (e non solo loro). Gli sforzi del governo per sostenere il prezzo di titoli tossici che nessuno vuole, prendendoli come garanzia a fronte di prestiti della banca centrale, non aiutano affatto – osservano.
 
Il sistema si è congelato perché i titoli tossici in pancia alle megabanche ( e a tutte quelle che nel mondo ne erano state inondate), conseguenza dello sgonfiarsi della bolla immobiliare, nessuno più li vuole, nessuno sa quanto valgono, e i bilanci delle imprese finanziarie che assegnano loro valori fittizi non sono più credibili, spiegava la signora Schwartz.  
 
Banche zombie, le chiamava Paul Krugman. Morti viventi, che camminano grazie agli aiuti e ai tassi ridotti a zero.  Era il 2008.
 
La BRI nel rapporto criticava la politica del credito facile della Fed e delle altre banche centrali, il non aver regolamentato il sistema bancario ombra, l’uso di “trucchetti e palliativi”, e affermava che qualsiasi misura diversa da 1) lasciare che i prezzi di quei titoli cadessero alloro reale valore di mercato (bassissimo o prossimo allo zero) 2) aumentare i tassi di interesse sui risparmi e 3) costringere banche e istituti finanziari a espungere dai bilanci i bad debts debiti cattivi, inesigibili- avrebbe peggiorato le cose.
 
Per dare un’idea delle dimensioni della faccenda il W Blog ricordava che la bolla immobiliare origine del collasso era stata definitanel 2005  dall’Economist “la più grande bolla della storia”, con valori delle sole abitazioni nei paesi sviluppati cresciuti dal 2000 da 30.000 a 70.000 miliardi $.
 
E che su questa bolla si erano poi innestate le bolle dei derivati, i famigerati CDO e CDS – quasi sempre scambiati nel mercato ombra  (per non dire dei CDO sugli hedge funds, di cui non avevamo mai sentito parlare, che  in pratica “scommesse su scommesse” visto che permettono di puntare sugli assets degli hedge, che sono già in sé scommesse) .

Il valore globale di tutta questa roba era, secondo il W Blog, 10 volte il Pil dell’economia delpianeta.  Lo stesso dato -  63 trilioni $ il Pil del mondo, 615 trilioni $ i derivati in giro -  lo riporta il Sole24Ore del 27 maggio scorso. Includendovi i CDS sui rischi sovrani, e sottolineando che quelli sul  debito italiano sono tra i più trattati .
 
La BRI avvisava  anche che i salvataggi avrebbero danneggiato le economie. E notava gli interventi dei governi hanno diffuso la convinzione che alcune banche siano troppo grandi o interconnesse per fallire, creando un clima di azzardo morale che incoraggia sempre più rischi.
E può condurre a una crisi finanziaria anche più grave nel futuro.
Così riassumeva anche il Financial Times .
 
La BRI lo suggeriva sommessamente. Due anni dopo  è lo stesso W Blog a riportare un lungo elenco di economisti prestigiosi – dai Nobel Stiglitz e Ed Prescott alla Schwartz, a Nouriel Roubini, Simon Johnson, Dean Baker, per citarne alcuni, più ex capi della Fed come Volcker e Greenspan, ed ex segretari al Tesoro Usa e perfino alcuni banchieri – tutti favorevoli a spezzare le banche giganti come la sola via per ristrutturare il sistema ed evitare altri collassi.
Da ultimo Krugman, ma per ragioni politiche (qui l'originale) : per fermare il loro dominio sul processo politico. Le megabanche hanno abbastanza denaro per comprarsi i politici e controllare i regolatori.  E lo fanno. Vedi qui, dove si dice anche che l’82% degli americani era favorevole a colpire Wall Street per salvare Main Street, ovvero i cittadini (prima che la rabbia dei Tea party venisse deviata).
 
Non si è spezzato nulla, e nemmeno regolato. Il casinò finanziario impazza, i derivati continuano a crescere non regolati né trasparenti, le megabanche rifiutano regole di sorta e resistono persino ad accantonare le pur piccole riserve  che si vorrebbe loro imporre come minima garanzia contro i rischi.
 
 Certo, non è nel loro interesse.  Proviamo a sintetizzare ulteriormente la telenovela dall’inizio: 
1. Le banche e finanza gonfiano la bolla immobiliare ci guadagnano sopra.
2. Creano CDO e CDS tossici quando la bolla comincia a sgonfiarsi, ma ancora non lo si sa, e inondano di questi derivati tossici le banche del mondo.
3. Quando la bolla esplode davvero, le banche con titoli tossici in pancia andrebbero dichiarate fallite. Invece gli Stati si accollano i titoli avariati, indebitandosi fino a rischiare il fallimento.
4. Le banche centrali di quegli Stati stampano moneta dal nulla. E abbassano i tassi “per garantire liquidità al sistema”.
5. Le banche prendono a prestito dalle banche centrali a tasso zero (da luglio la sola Bce li ha alzati un poco) e li riprestano agli Stati stessi, a interesse, cioè guadagnandoci sopra. Oppure li usano per sommettere sul rischio dei medesimi Stati. Sostenuti da pagelle - aggiungiamo -  assegnate da agenzie di cui sono per lo più comproprietarie. 

Con riserve certificate le banche non potrebbero addurre la scusa di non avere liquidità.
 
Ma torniamo al W Blog che osserva: tutto ciò vale per gli Usa come per i paesi europei.
Le banche centrali hanno fatto la cosa sbagliata. Non hanno risolto nessun problema, hanno solo trasferito il cancro dei derivati tossici e altre bombe finanziarie dalle megabanche agli Stati stessi.
Una tesi ardita, ma con qualche base.
 
Ma economie basate sul debito sono sostenibili?  
 
Certo, la Grecia e anche l’Italia hanno vissuto sopra i loro mezzi mascherando i il loro reale debito per anni  (con un piccolo aiuto da alcune banche – aggiunge il WBlog, citandole pure).
Ma le banche centrali europee – così come la Fed americana – hanno creato denaro dal nulla.  Come sono solite fare.
 
Il problema di fondo dell’Europa e dell’America è che hanno, non da oggi,  economie basate sul debito. Ma adesso il debito basato su una sorta di schema Ponzi ha raggiunto il suo limite massimo.
 
 Ecco qui il meccanismo, quello più generale :
  • Ogni banca “crea” un prestito anche senza avere soldi in cassa, e lo scrive nel suo libro.
  • Se la banca non ha la copertura, cioè non ha il  livello adeguato di riserve, semplicemente prende a prestito i soldi da un’altra banca, o direttamente dalla banca centrale.
  • La banca centrale, a sua volta, crea dal nulla il denaro che presta alla banca privata, stampando moneta.

 
 Il sistema non è più fondato su beni reali. E’ basato sulla creazione di nuovi debiti, e questi sono poi ripagati con altri debiti . Debiti senza fine, che la "crisi" e i nuovi marchingegni hanno  fatto esplodere. 

Maria Grazia Bruzzone "La Stampa"