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  • 24.09.2010

Scorie nucleari, individuati i 52 siti possibili. Un'asta tra i comuni per 'aggiudicarsi' il deposito

Questa mattina i cittadini italiani si sono svegliati con una diversa attenzione sulla questione nucleare. Un articolo del Corriere della Sera, basato su alcune indiscrezioni, annuncia che la Sogin, società controllata dal Tesoro per la gestione degli impianti nucleari, dopo un anno di lavori, ha individuato i futuri depositi radioattivi. Le zone più coinvolte, sparse su tutto il territorio italiano, sono quelle della Maremma, del Viterbese, del Piacentino e del Monferrato. A queste si aggiungono le colline emiliane e l'area di confine tra Puglia e Basilicata: 52 siti di circa 300 ettari potenzialmente idonei.


Criteri per i siti di stoccaggio
Che si sia vicini ad un primo risultato lo confermerebbero anche le parole del direttore per lo sviluppo sostenibile del Ministero dell'Ambiente, Corrado Clini, che, intervenendo a un seminario organizzato dall'ambasciata francese e dallo stesso Ministero, ha esposto i parametri per individuare i siti di stoccaggio: "Bisogna affrontare le criticità rappresentate dalla forte antropizzazione del nostro Paese, la sua fragilità idrogeologica e sismica, la disponibilità variabile dell’acqua, le caratteristiche dei corpi idrici ricettori degli scarichi termici. Insomma la ricetta non è unica: la tipologia degli impianti deve essere commisurata alle caratteristiche delle aree interessate dagli insediamenti".


Incentivi
La scelta del deposito, che dovrà essere in grado di accogliere, oltre alle scorie, anche il parco tecnologico e il centro ricerche, che a loro volta ospiteranno circa 1000 ricercatori, non sarà imposta. Benché la nascente Agenzia per la sicurezza nucleare sulla scelta del sito avrà un peso molto importante, anche le Regioni dovranno infatti essere d'accordo. Per questo motivo sarà creata una sorta di asta: la comunità che accetterà i depositi radioattivi sarà compensata con forti incentivi economici.


34 provvedimenti ancora da adottare
Tutto è dunque "quasi" pronto. La prima pietra per il nucleare dovrebbe essere deposta nel 2013, ma, vista la mancanza di un'autorità in materia, il ritardo di un anno sulla tabella di marcia è praticamente assicurato. Lo conferma anche il direttore Corrado Clini: "Il timing non è stato rispettato perché finora si è costruita un’impalcatura senza strumentazioni. Ci sono 34 provvedimenti da adottare e questa cifra dà l’idea che sono molte le problematiche che vanno messe in ordine. Occorre concentrarsi sui nodi strategici per lo start up che sono la creazione dell’Agenzia di sicurezza nucleare, la strategia nucleare (rispetto al piano energetico nazionale), i parametri per individuare le aree".


Nucleare: fonte rinnovabile
Questa però non è l'unica criticità rilevata da Clini, il quale annuncia un'azione verso la UE per una migliore considerazione dell'energia nucleare: "Il parteneariato (in materia nucleare) stretto con la Francia può avere come obiettivo non solo lo sviluppo delle tecnologie, ma anche quello di fare inserire a livello europeo il nucleare tra le fonti pulite".


Piemonte: una scelta insensata
Sulla questione "scelta del sito" si sono espressi anche gli Onorevoli piemontesi Luigi Bobba, Massimo Fiorio e Mario Lovelli del Partito Democratico, i quali ritengono un'assurdità definire il Monferrato e la zona appenninica delle Bormide luoghi idonei ad ospitare il nucleare.

Le ragioni che sostengono questa tesi sono semplici: "Se Sogin ha escluso le zone ad alta densità abitativa e a rischio sismico, allora non ha senso prendere in considerazione il Monferrato (zona sismica, fortemente antropizzata e sede di un importante acquedotto) né tanto meno le Bormide, che sono area montana che hanno conosciuto una complessa opera di bonifica da poco conclusa. Ricordiamo, inoltre, che è in via di conclusione l’iter per il riconoscimento del Monferrato insieme ai territori di Langhe e Roero a patrimonio dell’Unesco".

Ciò che i tre esponenti del Pd piemontese auspicano è "che la mappatura dei luoghi idonei ad ospitare il deposito nazionale sia realizzata secondo criteri davvero ragionevoli".